domenica 27 ottobre 2013

Lettera di dimissione.

Salve a tutti,
si annuncia al pubblico che ci ha seguiti in tutto questo tempo, che il collettivo TORNOSUBITO cede le sue dimissione al nostro caro Direttore Ade Oichid.
Purtroppo non continueremo più il nostro lavoro artistico per motivi di incomprensione di idee da parte di alcuni collaboratori che hanno scelto di mangiare solo pane.
Noi altri volevamo anche il pomodoro e dell'olio per condire il pane.
Quindi il direttore sceglhie di continuare a mangiare le sue crocchette di pane con parte del gruppo.
Questa lettera vi comunica le decisioni dello scioglimento del gruppo e vi invita ad seguire ugualmente i nuovi progetti del nuovo collettivo Spaghetti 05 con il progetto "I lavoratori della materia" su:  http://spaghetti05.wordpress.com/chi-siamo/ dove visionare nuove idee e progetti delle essenza della materia.
Un saluto caloroso a tutti quelli che ci seguono o che ci hanno seguito fino ad ora.
Il nemico del cane (il gatto).


venerdì 4 gennaio 2013

Visione Atomica

Mattino.
Apro gli occhi, la mia giornata inizia come sempre.
Luogo di lavoro, un paesaggio pianeggiante circondato da colline, all'orizzonte montagne, in n'alto un cielo celeste.
Pochi istanti, la mia mente si assenta.
Ho delle visioni, di Cosa?


Realizzato in Passo_uno 

domenica 26 agosto 2012

Making Art Festival

Il riepilogo della Cosa presentato al Festival di Marconia, con una sorta di manichini stilizzati creati dal cartone hanno presentano l'ultimo progetto del collettivo "La Cosa", nel illusione di una creazione povera di materiali, lasciamo un immenso mondo alla ricerca teorica della Cosa con testi che spigano un rivoluzionario universo dell'oggetto e del soggetto (vedi post precedente).
Ringraziamo la Ass.Culturale Emanuele 11 e 72 per averci ospitati.


                                       Marconia Making Art Festival 20, 21,.22 agosto 2012

sabato 30 giugno 2012

Movimento A della Cosa e dell’ Avanguardia Operante


MACAO
Movimento A della Cosa e dell’ Avanguardia Operante
La COSA.
Il progetto vorrebbe rappresentare un qualcosa di indefinito, senza un nome proprio. Ovvero un’opera che
di per sé non è un oggetto o un soggetto classificato, ma una essenza della materia prima. Chiamarla senza
dargli un nome specifico la rende libera da nomi o da definizioni classificanti.
Usiamo denominare, per identificare qualcosa o qualcuno, dando così staticità alla COSA, senza conoscere
l’altra dimensione della materia. Facciamo un esempio della pittura astratta, l’astrattismo è di per sé un
concetto indeterminato ma dandogli un titolo o un nome, l’astratto finisce per immobilizzarsi a l’atto
comunicativo.
Il nome di un oggetto, il nome di un soggetto o un gesto a volte diventa un velo che non ti lascia analizzare
la materia dell’essere.
Se noi prendiamo una matita o un quadro o un qualsiasi materiale e lo esponiamo ad un pubblico senza il
nome datogli, possiamo vedere che l’oggetto in questione non è la matita o il quadro ma il materiale che lo
compone quindi il legno e la grafite per la matita, il legno e il cotone per la tela è così via per qualsiasi altro
materiale o per le persone.
Il nome Mario, Paolo, Andrea ecc., ci lascia individuare il personaggio in questione, quindi sapremo di chi
stiamo parlando se fosse un individuo da noi conosciuto
Analizziamo un personaggio che chiameremo X.
X lavora come bracciante agricolo per una azienda sita in qualsiasi parte del mondo, la sua vita la possiamo
immaginare largamente, quindi potremmo dire che X ogni mattina si alza presto per andare a lavorare nei
campi, si occupa di potature, arature , raccolta dei frutti, trattamenti chimici ecc. tutto questo per le otto
ore della sua giornata lavorativa.
Il resto del tempo lo dedicherà alla famiglia supponendo che la abbia. X penserà alla moglie ai figli e alle
altre cose che potrebbero servire in una famiglia quindi riparazioni, gestione bollette ecc. e alla fine al
riposo o al divertimento. Così via per i giorni seguenti, mesi e anni; questo vale per qualsiasi mestiere o
lavoro che X faccia.
Ma analizziamo meglio. Come tutti gli umani, X è un essere vivente ambizioso, creativo, distruttivo,
analitico, passionale, lavoratore, rivoluzionario e procreatore.
Il suo istinto di vita è la sopravivenza, il resto potrebbe apparire superfluo. Istruirsi e creare un movimento
comunicativo o un qualcosa che non abbia nessuna utilità per la sopravivenza primaria, lo porterà ad un
appiattimento esistenziale. Mangiare, procreare, vivere è il primo atto di sopravivenza.
Il resto rientra come cornice di vita nella nostra società, quindi X non è più un bracciante agricolo o chi sa
quale altra figura professionale ma un umano in fase di sopravivenza, un essere primitivo senza ragione,
comunicazione o altro che potrebbe renderlo capace di dominare e costruire un società interattiva. Il
processo evolutivo della figura umana va ben oltre alla sola sopravivenza primaria quindi necessita di altro
che mangiare, procreare e vivere; il suo istinto lo condurrà ad altre esigenze, in primis il dominare su tutta
la specie vivente, che sia la sua stessa razza o meno questo non importa, l’importante è dominare,
controllare e essere ambizioso. Penserà all’ evoluzione della suo popolo creando una sorta di gerarchia
sociale, istruendosi, studiando, elaborando, inventando, creando ogni forma di pensiero, esplorando se
stesso e tutto ciò che lo circonda dalla più piccola pietra all’infinito universo, come nel dramma “La
Tragedia dell’Uomo di Imre Madàch 1862 Budapest”, dove l’uomo ha creato un mondo autodistruttivo, a
causa della sua inarrestabile voglia di possedere avaramente tutto ciò che vede, finendo per auto
distruggersi. Tutto questo l’autore lo spiega attraverso un viaggio in cui Lucifero accompagna Adamo e gli
mostra tutta l’evoluzione dell’uomo lasciando che egli stesso sia protagonista degli eventi accaduti nella
storia, fino ad oltrepassare i giorni nostri, in un futuro immaginifico, dove l’arte non esiste più come alcune
specie di animali ormai rare ed estinte, giungendo in un mondo dove il sole si è spento e l’uomo può solo
cibarsi delle poche foche rimaste, in una lotta per la sopravvivenza della razza.
Ecco cosa potremmo dire di X. Non è un semplice bracciante agricolo ma ben altro. Egli quindi, è una
piccola particella della società che contribuisce all’autodistruzione della vita o a un processo di ripristino?
Quindi il nome è un appiattimento della materia, ci lascia solo identificare il soggetto o l’oggetto.
È allora necessario ed essenziale creare uno spazio dove ogni oggetto o soggetto possa parlare della sua
materia. Richiamando l’esempio della la matita o la tela, esse analizzate, ci potrebbero parlare dei loro
materiali, della provenienza del legno e i suoi processi di trasformazione, dell’antica lavorazione del cotone
della sua storia e del suo cambiamento evolutivo, oppure dei grandi disboscamenti avvenuti grazie a un
processo anche politico. Insomma una storia nella storia, potremmo dire una matriosca della materia.
Creare un nuovo spazio-contenitore per le materie di qualsiasi forma artistica, scientifica, testuale;
musicale, performativa, ambientale, operativa, figurativa, interattiva, concettuale e relazionale dove ogni
oggetto o soggetto non abbia un nome o un titolo proprio, ma un semplice riferimento comune come: La
Cosa.
La Cosa, lascerebbe che la materia dell’opera comunicasse attraverso l’essere dell’oggetto e il concetto
creativo, spiegandoci la sua storia o il suo significato, per definire il suo processo evolutivo e materiale.
Presentazione del progetto la Cosa
L’idea nasce da un semplice schizzo a china su cartoncino, su un semplice foglio A4. Come riuscire nella
realizzazione dell’idea? Forse con pochi ma buoni elementi che abbiano dei fondamenti.
La Cosa.
China su cartoncino formato A4.
Ogni simbolo rappresenta l’elemento unificato dell’esistenza, quindi l’essere, il reale del nostro mondo.
In realtà questo è solo un concetto del progetto. Come realizzarlo in uno spazio contenitore del Movimento
A della Cosa e dell’Avanguardia Operante?
1. Riciclando materiale in fase di non utilità: creando nuove forme, oggetti, opere, utensili ecc. dando
una nuova essenza;
2. Creando laboratori operativi per le Arti;
3. Allestendo una Sala della Cosa: uno spazio espositivo riservato alle opere dei creativi in qualsiasi
forma, formato o tecnica;
4. Creando uno spazio verde, una sala riservata alla natura, alle piante, alla vita vegetale;
5. Creando uno spazio interattivo: un’ area assolutamente vuota dove tutti potranno lasciare un
segno, scrivendo, disegnando o partecipando a modo loro;
6. Creando un’ area relazione: un punto d’incontro tra umani, animali, piante e oggetti;
7. Realizzando un Contenitore MACAO: area dedicata alla storia del progetto MACAO.
Punto 1-2: Prevede un magazzino ritiro merci non utilizzate. Un centro di raccolta differenziata, un punto di
riferimento per la società, una buona occasione per educare a rispettare l’ambiente e per un ripristino del
materiale riciclabile. Automaticamente la merce finirebbe in Laboratorio per essere trasformata in nuovi
oggetti, opere efficaci o efficienti.
Punto 3: La Sala della Cosa vorrebbe essere uno spazio dedicato alle opere dei creativi, quindi
semplicemente una o più sale per l’osservazione del materiale-sviluppato dagli “artisti” quindi sculture,
video art, pittura, installazioni, perfomance e tutto ciò che comunica con il pubblico
Punto 4: Un viaggio all’osservazione della natura, i suoni e le sue forme più bizzarre. Un concetto a noi
inesistente “un viaggio spirituale”. Conoscere, imparare, ascoltare, respirare. Creare dei contrasti di vita e
di sopravvivenza tra l’uomo e la natura, imparare e trasmettere. Un Eden della Cosa.
Punto 5-6: Vorrebbe essere uno spazio creativo e relazionale tra varie culture e civiltà della nostra specie.
Un punto d’incontro dove scambiarsi opinioni e conoscersi, confrontarsi e scambiare idee, opinioni, talenti.
Interagire l’un con l’altro, magiare, bere, leggere comporta un crescere della nostra esistenza, una
evoluzione dell’essere che sia umano o animale o vegetale. Semplicemente uno spazio di tutti e tutto dove
creare o distruggere una idea o un principio comunitario. “Una convivenza dell’essere”
Punto 7: Dopo tutto vorremmo dedicare uno spazio alla storia del progetto del MACAO, dall’idea di
partenza ai vari passaggi evolutivi, fino ad arrivare alla sua realizzazione. Un albero genealogico del MACAO.
Tavola 1. Magazzino ritiro materiale riciclabile.
Tavola 2. Laboratorio operativo per le
LABORATORIO OPERATIVO PER LE ARTI
VIETATO L’ACCESSO AI NON AUTORIZZATI
Arti
MOVIMENTO
IN
INGRANAGGI
Tavola 3 Sala della COSA.
Movimento
A della
Cosa e dell’
Avanguardi
a Operante
La COSA.
Il progetto
vorrebbe
rappresentare
un qualcosa di
indefinito,
senza un nome
proprio.
Ovvero
un’opera che di
per sé non è un
oggetto o un
soggetto
classificato, ma
una essenza
della materia
prima.
Chiamarla
senza dargli un
nome specifico
Tavola 4 Spazio verde
Tavola 5 Area spazio interattiva e relazionale
SE NON RIUSCITE A VISUALIZZARE L’IMMAGINE PROVATE
A CLICCARE QUI.
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VOSTRA IMMAGINAZIONE
DOWNLOAD IN CORSO
Tavola 6 Contenitore MACAO
MACAO
ORGANIZZATORI CREATIVI
COLLABORAZIONE
REALIZZAZIONE
INTERAZIONE
RELAZIONE
PUBBLICO
PROGETTAZIONE
Progettazione:
Direttore cane “ADE OIHCID” ideatore
Supporto tecnico:
Vito Dichio esecutore
Luigi Gallipoli esecutore
Diego Scandiffio esecutore
Francesca Avena esecutrice
Giuseppe Trotta esecutore

sabato 17 marzo 2012

CAROVAN ART Lucania

Domenica 18 Marzo Palazzo Materi Grassano.
Il ritorno del Collettivo Artistico TORNOSUBITO al progetto Carovan Art di Giuseppe Ligrani.
Anche questa volta ritorniamo sul campo di battaglia con la nostra consueta arma "La Comunicazione" con l'Arte, partendo dal Palazzo Materi di Grassano poi Montescaglioso e Matera cercheremo di sfondare quel muro che fin da sempre blocca i regionali Lucani, con un'arma semplice e creativa,interattiva, coinvolgente ma anche punto d'incontro di discussioni e relazione.
Il nostro schema di battaglia sarà un tavolo rotondo dove riunire tutta quella gente che non ha mai provato a fermarsi un attimo per capire cos'è un tavolo quali storie nasconde e a cosa può servire un semplice oggetto. Non è una esibizione di un rappresentante che vende tavoli o cose simili ma il racconto di un oggetto e del suo luogo in cui si trova.

sabato 27 agosto 2011

Ripeti Torre


Ripeti Torre è una installazione interattiva creata per il Festival Scaglio Sound.
Festival di musica e arte 2011
Il Collettivo Artistico Tornosubito, invitato a questa prima edizione, ha avuto il compito di creare un'opera cantiere per interagire con il pubblico del festival lasciando il segno della creatività in un contesto di musica e arte.
Il collettivo Artistico TornoSubito
Montescaglioso 12e13 Agosto 2011